C'è crisi
Arte italiana e femminismo negli anni 80
Incontro con Angela Maderna in collaborazione con La Città delle Mille
ITA
Talk
DATA
1 aprile 2025
Orario
19.00
LUOGO
Performatorio, Via Nazario Sauro 3/a, Bergamo
Contributo
Ingresso libero fino a esaurimento posti

(Nell'immagine: Mariella Bettineschi, Morbido, 1980, organza, fiocco, oro, 23x19x3 cm)

“L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche”, curata da Lea Vergine nel 1980, è una mostra che oggi chi non c’era potrebbe definire leggendaria per il modo in cui ha evidenziato e riscritto il tema della presenza femminile all’interno del sistema dell’arte. 

Angela Maderna, storica dell’arte, nel saggio edito da Postmediabooks “L’altra metà dell’avanguardia quarant’anni dopo” ha provato a ricostruire il progetto ricollocandolo nel contesto sociale nazionale e nell’ambito del clima di rivendicazioni femministe degli anni Settanta, anche nel sistema dell’arte.


Un’indagine che ha aperto la strada a una nuova ricerca, partendo da una domanda: cosa è successo dopo? Qual è stata la relazione tra arte italiana e femminismo negli anni Ottanta? Cosa stava cambiando rispetto al decennio precedente?

Negli anni Ottanta, infatti, l'Italia attraversava un periodo di trasformazioni culturali e politiche che si riflettevano profondamente anche nelle arti visive e nel movimento delle donne. Dopo il fervore delle lotte degli anni Settanta, caratterizzate in Italia soprattutto dallo scoperta e dalla rivendicazione della differenza sessuale come strumento di liberazione, gli anni Ottanta hanno segnato un momento diverso. 

A livello sociale gli ultimi anni Settanta, segnati da un clima di violenza e tensione, avevano generato la disillusione e la disaffezione nei confronti delle ideologie, il movimento delle donne aveva smesso di essere un soggetto antagonista percepito come unitario e si facevano strada le diverse anime dei femminismi. Negli anni Ottanta infatti il femminismo non occupava più le piazze e le pagine dei giornali ma non si era arrestato, aveva preso diverse strade: da una parte era entrato a far parte delle istituzioni e le istanze erano soprattutto quelle della richiesta di parità, mentre il livello culturale conosceva una nuova fase di riflessione teorica, che guardava anche alla storia delle discipline rileggendole.

Anche sul fronte dei linguaggi artistici, in questo periodo, si tornava a guardare alla storia e a praticare le tecniche tradizionali di pittura e scultura. Dopo un decennio di azzeramento e smaterializzazione dell’oggetto, negli anni Ottanta gli artisti e le artiste delle nuove generazioni ricominciavano a dipingere e scolpire, in molti casi avvertendolo come un atto liberatorio rispetto alla rigidità del clima precedente. Le artiste, a differenza di molte colleghe della generazione precedente che negli anni Settanta avevano rivendicato uno spazio nel sistema, si allontanavano dal femminismo e diffidavano delle iniziative separatiste, chiedendo al contrario il confronto con gli artisti e la parità di trattamento rispetto ai colleghi.

Ripercorrere il rapporto tra arte italiana e femminismo negli anni Ottanta non è solo un esercizio storico, ma una chiave di lettura fondamentale per comprendere le dinamiche attuali. In un’epoca segnata da una nuova ondata femminista globale e da una crescente polarizzazione del dibattito pubblico, le lotte e le riflessioni di un’epoca precedente offrono strumenti preziosi per affrontare le sfide del presente.

Le artiste e in generale le donne di oggi, come quelle di ieri, si trovano a fronteggiare una fase delicata di trasformazione: quella di un sistema che tenta di normalizzare il dissenso e di un’industria culturale che lo fagocita. Conoscere il passato può aiutarci a trovare delle risposte su come gestire questo momento, che sembra avere molti elementi in comune con quella fase. Oggi proveremo a cercarle insieme.

BIO

ANGELA MADERNA

Angela Maderna (1984) è storica e critica d’arte. È dottoranda presso l’Università di RomaTre, con un progetto di ricerca dal titolo Arte e questioni di genere in Italia negli anni Ottanta, e collabora con i quotidiani Domani e Il Manifesto. È autrice del libro L’altra metà dell’avanguardia quarant’anni dopo (Postmediabooks, 2020) e co-autrice, insieme a Michele Robecchi, di Arte pubblica | Milano (SartoriaEditoriale/Postmediabooks 2022). Ha svolto attività di ricerca presso l’Università degli Studi di Messina e ha collaborato con istituzioni pubbliche e private come ArtLine Milano, il PAC – Padiglione d’arte Contemporanea di Milano (redigendo le guide alle mostre di Anna Maria Maiolino, Adrian Piper, Liliana Moro e Shirin Neshat), la Fondazione Antonio Ratti e il FAI – Fondo Ambiente Italiano. È stata caposervizio cultura nella redazione di Edizioni Zero e ha collaborato con Domus, suoi testi sono stati pubblicati anche su: Flash Art, Abitare e Rolling Stone.

 

 

LA CITTÀ DELLE MILLE

L'associazione La Città delle Mille nasce dal desiderio di creare il fondo librario delle donne di Bergamo, un raccolta di libri scritti da autrici che prende forma grazie alle donazioni di tutte e di tutti. Il progetto è nato nel 2017 dall’idea di un gruppo di amiche accomunate da diverse passioni tra cui la storia e il pensiero delle donne, dei movimenti di emancipazione femminile, la lettura, l’arte in tutte le sue molteplici espressioni.

crediti

In collaborazione con La Città delle Mille.

Partner
Performatorio

VIA NAZARIO SAURO 3A
24123 BERGAMO
info@performatorio.itInstagram
TELEGRAM
P - Aps

VIA G.B. MORONI 177
24127 BERGAMO
C.F. 95218210169
P.IVA 04712920166
p-aps@pec.it
CREDITI
Visual Identity:
Francesco Chiaro

Web Design:
Shalom Diaz
e Woodoo Studio