“Good Job, Good Boy II” è una performance sui temi dell'intimità, dell'immaginazione, delle strutture familiari e della differenza di classe.
Partendo da ricordi personali legati al desiderio queer e alla vita rurale, Eloy Cruz del Prado esplora la continua ricerca di validazione che passa attraverso il lavoro.
Combinando auto-fiction e ripetizione, il lavoro porta l’attenzione sui meccanismi che modellano il nostro senso di autostima, identità e appartenenza sociale.
Attraverso la rappresentazione di tre personaggi, la performance evidenzia come le esperienze personali si intersecano con strutture sociali più ampie e narrazioni condivise.